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Gruppo Comunale AIDO "Simone Gelmetti" - Lazise

Domande e risposte

23 Marzo 2013 | commenti

Cosa è il trapianto di un organo?

Per trapianto si intende l’intervento di sostituzione di un organo gravemente malato con uno sano prelevato da un donatore.
Per tante persone ammalate il trapianto è l’unica cura in grado di salvare loro la vita: pensiamo ai cardiopatici, alle persone con insufficienza respiratoria o con insufficienza epatica.
Per altre persone il trapianto rappresenta la possibilità di guarire da gravi patologie: pensiamo, ad esempio, ai malati in dialisi e alla loro qualità di vita dopo il trapianto di rene, alle persone affette da gravi malattie degli occhi che, con il trapianto di cornea, possono riacquistare la vista, ma anche a chi ha bisogno di “nuovi” tessuti come segmenti ossei e tendini, valvole cardiache, segmenti vascolari, cute.
Il trapianto si può realizzare solo se, alla morte di una persona, organi e tessuti vengono donati.

Quali organi possono essere trapiantati?

Gli organi trapiantabili sono il rene, il cuore, il fegato, il polmone, lo stomaco, tutto l’intestino ed il pancreas.  Sono anche trapiantabili alcuni tessuti: le cornee, i segmenti d’osso, le cartilagini, i tendini, i segmenti vascolari, le valvole cardiache e la cute.

É possibile decidere a chi verranno trapiantati i propri organi?

Non è assolutamente possibile. Gli organi vengono assegnati in base alle condizioni di urgenza degli ammalati in lista d’attesa ed alla compatibilità clinica ed immunologica del donatore con le persone in attesa di trapianto.

Ci sono costi da sostenere per ricevere un organo?

No, tutti i costi sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Esiste la possibilità che gli organi vengano venduti?

Non nel nostro Paese.
L’organizzazione del prelievo e del trapianto degli organi è dotata in Italia di regole condivise e trasparenti: di ogni organo si conoscono sempre esattamente provenienza e destinazione; ogni donazione coinvolge tanti medici e operatori sanitari che controllano e registrano ogni sua fase; la scelta dei candidati al trapianto è regolata da precisi criteri; le liste di attesa assicurano trasparenza e pari opportunità, in relazione alle condizioni cliniche, tra tutte le persone iscritte.
Il trapianto da vivente, inoltre, (di rene o di parte di fegato) viene attuato solo tra consanguinei o tra persone affettivamente legate (ad esempio tra coniugi).
In Italia, oltre ad essere vietato il commercio di organi, sono anche proibite e duramente sanzionate l’esportazione e l’importazione di organi da altre Nazioni che ne facciano commercio (legge n° 91 del 1° aprile 1999).

  Che cosa sono le liste di attesa per trapianto?

Le persone che hanno bisogno di ricevere un trapianto vengono inserite in specifiche liste di attesa per garantire la massima trasparenza dei processi di selezione e di priorità degli interventi di trapianto.

Le liste di attesa rappresentano un fenomeno sociale comune a tutti i servizi sanitari, compresi quelli più complessi come i trapianti ed è solitamente percepito dai pazienti come una forte criticità del sistema. Una delle ragioni che determinano il formarsi delle liste di attesa è indubbiamente l’inadeguata offerta rispetto alla domanda. Ma a differenza di altri settori della sanità, dove il potenziamento strutturale, organizzativo, tecnologico e professionale può incidere sui tempi di attesa, per chi è in attesa di un organo ciò potrebbe non essere sufficiente in quanto la possibilità del trapianto è legata soprattutto ad un gesto di altruismo e solidarietà di un’altra persona, il “donatore”.

Attualmente possono essere iscritti in lista di attesa per trapianto tutti i cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale.

 Possono essere iscritti in lista d’attesa anche pazienti stranieri o extracomunitari sempre purché assistiti dal SSN. Sulla base di indicazioni nazionali ogni centro di trapianto ha il compito di valutare l’idoneità clinica dei candidati che afferiscono al proprio programma di trapianto e di curarne l’iscrizione e l’aggiornamento in lista di attesa. Per i riceventi adulti (oltre i 18 anni di età), la richiesta di iscrizione in lista avviene attraverso un solo centro di trapianto della Regione. Di ogni paziente vengono forniti i dati anagrafici, clinici ed immunologici necessari. La valutazione immunologica è eseguita dal Centro Regionale o Interregionale Trapianti (CRT/CIT) e/o da laboratori di tipizzazione da questo delegati.

Il numero di iscrizioni consentite varia a seconda della tipologia di trapianto. Nel trapianto di rene ogni paziente adulto può iscriversi nelle liste di attesa di un centro trapianti della regione di residenza e di un altro centro trapianti del territorio nazionale, di sua libera scelta.

Se la regione di residenza effettua un numero di donazioni inferiore a 5 donatori per milione di abitanti, il paziente può iscriversi, oltre che nel centro dell’area di residenza, in due altri centri di sua scelta (tre iscrizioni complessive).

Nel trapianto di fegato, invece, ogni paziente può iscriversi in un solo centro di trapianto del territorio nazionale di sua libera scelta.

 Per gli altri programmi di trapianto (cuore, polmone, pancreas) pur non essendoci specifiche Linee Guida di riferimento, si tende a privilegiare la “mono iscrizione” sul territorio nazionale effettuata sempre attraverso il centro trapianti prescelto dal paziente.

Per il trapianto di intestino ci si può iscrivere al momento solo presso i tre centri autorizzati sul territorio nazionale (Bologna - S. Orsola, Roma - La Sapienza, Milano - Policlinico).

Per i pazienti pediatrici (entro il 18° anno), essendo da anni istituita la lista unica nazionale per tutti i programmi di trapianto, è consentita una sola iscrizione sul territorio nazionale che viene effettuata da centro interregionale cui afferisce il centro trapianti scelto dal paziente.
Informazioni più dettagliate possono essere richieste ai centri regionali per i trapianti (CRT).

 Quando un paziente italiano può farsi curare all’estero?
Quando le strutture italiane non sono in grado di offrire il trattamento di cui ha bisogno o quando i tempi sono troppo lunghi per poter effettuare l’intervento o le cure. In questi casi il paziente deve ottenere un’autorizzazione preventiva, presentando domanda presso la propria ASL di provenienza. Alla domanda va allegata una relazione del medico specialista che dichiari che l’assistito non può essere curato in Italia. Nella dichiarazione deve essere indicato anche il Centro estero prescelto per effettuare l’intervento o le cure. È necessario presentare, inoltre, ogni documentazione utile (cartelle cliniche, esami radiologici, pareri resi da specialisti, etc.) che possa giustificare il trasferimento all’estero. La ASL inoltra la domanda e la documentazione ad un ospedale denominato Centro di Riferimento Regionale (C.R.R.) entro 3 giorni dal ricevimento. Il C.R.R. valuta se ci sono presupposti per poter dare l’autorizzazione ed invia il parere positivo o negativo alla ASL entro 7 giorni dal ricevimento.

Cosa bisogna fare per iscriversi in lista d’attesa per trapianto?

Perché un malato che ha bisogno di ricevere un organo venga iscritto nella lista d’attesa è necessario che si rivolga (direttamente o tramite il suo medico curante) al Centro di Trapianto prescelto .
Gli specialisti del Centro verificheranno, con visite cliniche ed appositi esami strumentali, l’idoneità clinica ad effettuare l’intervento e provvederanno a richiedere al Centro Regionale Trapianti l’inserimento nella lista d’attesa regionale.
Nel laboratorio di tipizzazione del Centro Regionale Trapianti verranno eseguiti gli esami immunologici necessari alla valutazione della compatibilità immunogenetica tra il paziente e i donatori.

L’iscrizione in lista d’attesa verrà quindi resa Ufficiale con l’inserimento dei dati del paziente nella SIT (Sistema Informativo Trapianti) del Centro Nazionale Trapianti.

I trapianti che vengono effettuati  in Italia sono di buona qualità?

La qualità degli interventi e gli ottimi risultati possono essere verificati nelle tabelle pubblicate nelle pagine del sito del Centro Nazionale Trapianti.

É possibile per i familiari del donatore conoscere l’identità delle persone che hanno ricevuto gli organi?

No. E’ proibito dalla legge sia informare i familiari del donatore sull’identità dei trapiantati che informare i trapiantati sull’identità del proprio donatore.

Come vivono le persone trapiantate?

Riprendono a lavorare, viaggiare, fare sport... riprendono insomma a vivere, dopo essere state gravemente ammalate e spesso ad un passo dalla morte.
La qualità della vita dei trapiantati è, nella maggioranza dei casi, ottimale: come esempio, si possono ricordare le giovani donne che, anche nella nostra regione, dopo un trapianto sono diventate madri di uno o più figli.
La sopravvivenza del paziente e dell’organo trapiantato sono, in Italia ed in Sardegna, eccellenti, comparabili ai risultati ottenuti nei migliori Centri trapianto di tutto il mondo.
Grazie ai progressi della medicina sono inoltre sempre più rari e più controllabili i casi di rigetto dell’organo trapiantato.

 Perché dare l’assenso alla donazione?

A volte evitiamo di porci l’interrogativo, ritenendo che il trapianto di organi sia estraneo alla nostra vita.
Ma dobbiamo sapere che:
• donare i propri organi dopo la morte significa salvare vite umane
• ognuno di noi o dei nostri cari potrebbe aver bisogno del trapianto di un organo.

La Rete Trapianti

Il trapianto di organi e tessuti è il prodotto di un percorso organizzativo multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali afferenti a discipline diverse. Inizia con l'individuazione del potenziale donatore e si conclude con l'atto operatorio del trapianto. Esso, oltre ad essere una reale necessità terapeutica per i pazienti in attesa di un organo, rappresenta il coronamento di un lungo e impegnativo lavoro di molti operatori appartenenti ad unità operative diverse.
Questo richiede un modello organizzativo efficiente e l'adozione di procedure operative codificate ed efficienti.
In Italia la struttura organizzativa della Rete Trapianti è descritta nella Legge n.91/99, Capo III e comprende 4 livelli organizzativi.
Il livello di Coordinamento locale, CL, (istituito in tutti gli Ospedali sede di prelievo d'organi)
Il livello di Coordinamento Regionale (un Centro Regionale Trapianti, CRT, per ogni Regione Italiana ad eccezione di Piemonte-Valle d'Aosta e Abruzzo-Molise che sono accorpate in un solo Centro di Coordinamento).

Il livello Interregionale che si avvale delle tre organizzazioni di Coordinamento Interregionali, CIR, esistenti prima della legge n.91/99: AIRT (Associazione Interregionale Trapianti)che comprende le regioni Piemonte, Valle d'Aosta, Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Provincia autonoma di Bolzano; NITp (Nord Italia Transplant program) che comprende le RegioniLombardia, Liguria, Veneto, Friuli, Marche e la Provincia autonoma di Trento; OCST( Organizzazione Centro Sud Trapianti) che comprende  Abruzzo , Molise, Basilicata, Lazio, Umbria, campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. I CIR  hanno funzione di coordinamento complessivo all'interno della propria area e gestiscono gli scambi tra le tre aree per quanto riguarda gli organi eccedenti e per i programmi nazionali di trapianto, ad esempio trapianto in urgenza, trapianto pediatrico.
Il livello di coordinamento Nazionale che è costituito dal Centro Nazionale Trapianti (CNT) e dalla Consulta Tecnica Permanente. Il CNT ha sede presso l'Istituto Superiore di sanità (ISS), luogo istituzionale delle attività tecniche gestite dal Ministero della salute. E' composto dal Presidente dell'ISS, dal Direttore Generale, designato e nominato dal Ministro, e dai rappresentanti dei tre CIR e CRT designati dalla Conferenza Stato-Regioni e nominati con Decreto Ministeriale. La Consulta Tecnica permanente per i trapianti è composta dal Presidente dell'ISS, dal Direttore del CNT dai Coordinatori dei Centri Regionali e Interregionali per i trapianti, da tre clinici esperti in materia e da tre rappresentanti delle Associazioni dei pazienti e del volontariato nazionale che operano nel settore dei trapianti e nella promozione delle donazioni. 

Il CNT ha il compito di individuare le strategie di attuazione della Legge 91/99 e si rapporta con gli organismi Istituzionali: il Ministero della salute, le Regioni e il Consiglio Superiore di Sanità. La Consulta predispone gli indirizzi tecnico-operativi svolgendo funzioni consultive per il CNT.