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Escort contro banchieri

30 Gennaio 2012 | commenti

Lucìa è una escort di lusso in Spagna, dove la prostituzione è legale. Un suo cliente abituale, un banchiere, le raccontò che, da mesi, la sua unica attività lavorativa consisteva nel prendere a prestito centinaia di milioni di euro ai tassi bassi concessi dalla Banca Centrale europea e investirli immediatamente in prodotti derivati altamente specializzati e speculativi a tassi più alti, intascandosi la differenza.

 

Lucìa, indignata, gli disse: «Dimenticati di me e delle mie prestazioni fino a quando non ti renderai conto delle tue responsabilità verso la società e deciderai di fare la tua parte». Il banchiere, dopo inutili proteste, capitolò e, tre giorni dopo, tornò con un certificato notarile di una linea di credito concessa a una piccola impresa e di un prestito per un furgone a un lavoratore autonomo.

«Fu così che mi resi conto che noi escort potevamo dare un contributo, in questa crisi economica», racconta Lucìa. Fu così che la più grande associazione di categoria delle escort di lusso di Madrid ebbe l’idea di proclamare, il 18 marzo scorso, uno sciopero totale e indefinito dei servizi sessuali ai dipendenti delle banche «fino a quando non torneranno a concedere prestiti a famiglie e piccole e medie imprese spagnole», si legge in un comunicato ufficiale, seguito a una conferenza stampa.

La portavoce dell’associazione, Ana M.G. ha ricordato che tutti i precedenti tentativi, da parte di Governo e Banca di Spagna, affinché il sistema bancario torni a finanziare l’economia reale sono falliti. «Solo noi abbiamo un’autentica capacità di fare pressione», ha dichiarato.Lo sciopero prosegue, sono in corso «contatti discreti» tra le escort e una delegazione della Confederazione bancaria spagnola, racconta Ana. I banchieri hanno offerto un’intercessione presso il Governo per riforme legislative a favore della categoria delle prostitute.

«Non hanno capito nulla. Questo sciopero non ha niente a che vedere con i nostri diritti», afferma la portavoce. I banchieri hanno chiesto «come segnale di buona volontà», che durante i negoziati siano ripristinati «i servizi minimi fondamentali». Le escort tuttavia paiono irremovibili.

Fonte: Repubblica.it